Brano: [...]e del campo. I tedeschi annunciarono che, se il fuggiasco non fosse stato ripreso, dieci di loro sarebbero stati uccisi al suo posto. Per punizione, tutti i prigionieri furono quindi costretti a rimanere per 24 ore in piedi, immobili, sul piazzale dell’appello. Al termine di questa tortura collettiva i tedeschi comunicarono i nomi delle 10 vittime prescelte. A questo punto padre Kolbe si offrì di prendere il posto di uno di loro, il capofamiglia Francesco Gajowniczek. La proposta fu accettata dai carnefici.

L'episodio è stato così rievocat) dal testimone oculare dottor N. F. Wlodarski: « Dopo la scelta dei dieci condannati, Padre Kolbe uscì dalla sua fila. Si levò il berretto e si pose dinanzi al comandante. Questi, sorpreso, gli chiese che cosa volesse. Padre Massimiliano indicò allora con

il dito uno dei condannati, Francesco Gajowniczek (dopo la scelta lo aveva sentito dire: « Quanto mi piange il cuore per mia moglie ed i figli che lascerò orfani ») e disse: « Sono un prete cattolico polacco. Desidero prendere il suo posto, poiché egli ha moglie e figli ».

I dieci condannati a morte furono trasferiti nel cosiddetto « bunker della fame », una fossa sotterranea dove i prigionieri venivano lasciati morire lentamente di fame e di sete. Dopo tre settimane di atroci sofferenze Kolbe e tre dei suoi compagni di pena erano ancora vivi. Allora, per sgomberare la fossa destinata ad accogliere altri condannati, il capo del serv[...]

[...]fferenze Kolbe e tre dei suoi compagni di pena erano ancora vivi. Allora, per sgomberare la fossa destinata ad accogliere altri condannati, il capo del servizio « sanitario » del campo, tale Bloch, finì i sopravvissuti praticando a ciascuno di essi un'iniezione mortale.

La beatificazione

Con una solenne cerimonia nella basilica di San Pietro a Roma, il 18.10.1971 padre Massimiliano Kolbe è stato beatificato. Alla cerimonia assistette anche Francesco Gajowniczek, l’uomo sopravvissuto grazie al sacrificio del sacerdote.

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